La tragicommedia dell’amore
di L. Cairati e F. Tassi
diretto e interpretato da
Luca Cairati e Irina Lorandi
Musiche composte e interpretate in scena da F. Curatella
Una tragicommedia sull’amore, la verità e la fedeltà (a se stessi). Un dramma con venature “alchemiche” capace di squarci di inattesa comicità. Uno spettacolo medievale e modernissimo, che unisce prosa e Commedia dell’Arte, che fa incontrare il teatro più fisico e il teatro di narrazione, la tradizione colta e quella popolare.
È il Tristano e Isotta di Luca Cairati e Irina Lorandi, che tornano a raccontare la storia d’amore (“colpa” di un filtro magico) tra il prode cavaliere e la principessa d’Irlanda, costretta a sposare il re di Cornovaglia per portare la pace fra i due Paesi. Come resistere alla passione? Ma soprattutto: perché resistere? Va in scena l’eterna lotta tra le ragioni del cuore e la ragion di Stato, tra la legge relativa degli uomini e quella assoluta dell’Amore.
Un percorso iniziatico, dove gli altri personaggi come marionette impazzite, prendono forma dalle suggestioni psicoanalitiche e simboliche che si specchiano in questo folle amore.
Il palcoscenico rievoca il “teatro itinerante” delle compagnie medievali, è un molo sospeso fra il reale e l’immaginario: è barca e spiaggia, campo di battaglia e luogo di apparizioni improvvise.
Le musiche composte e interpretate dal vivo da Francesco Curatella, mettono in rilievo la modernità dei sentimenti e delle passioni, creano un’atmosfera avvolgente, e sospesa fra la musica contemporanea e quella medioevale che esaltano la voce magica e la grazia di Isotta e le traformazioni di Luca Cairati (che è Tristano, ma anche l’irresistibile serva Brangien, è re Marco, Pulcinella e il nano Frochin….).
Il testo – nato dopo un accurato studio dei testi medievali di Beroult, Thomas e Goffredo di Strasburgo – è uno spettacolare esercizio ludico-letterario che si prende tutte le libertà possibili, dallo spirituale al triviale, ed è tenuto insieme dalla lingua inventata di un cantastorie che ricorda Testori e il grammelot “alla Dario Fo”, che inventa dialettismi, arcaismi e neologismi in quantità. Uno spettacolo pieno di azione e di colpi di scena, ideato dai due attori-autori in collaborazione con Fabrizio Tassi, scrittore e critico cinematografico e teatrale che raccontano una leggenda che da troppi anni manca dai teatri italiani e nasconde significati che aspettano ancora di essere svelati.
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INFO
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Ufficio: ex Convento dell’Annunciata, Via Pontida, Abbiategrasso (MI)
Apertura al pubblico: dal MARTEDÌ al SABATO, 15.00 – 19.00