“Posso riavere le mie lettere? ” così comincia lo spettacolo, al buio, con un ombra in controluce e una voce rotta, carica di emozioni che accompagnerà gli spettatori in questo straordinario viaggio.
“Il segreto di Madre Teresa” è la nuova produzione di Teatro dei Navigli, che ogni anno riesce a sorprenderci con allestimenti completamente differenti e che si fanno ammirare per il coraggio, lo stile e la sapienza teatrale.
Non era per nulla facile, né scontato mettere in scena la vita, le opere e i tormenti della beata di Calcutta, un personaggio mitico, capace di affascinare milioni di persone a prescindere dal credo e di lasciare un testamento spirituale molto concreto: aiutare i più poveri dei poveri e dare massima dignità alla morte, l’estremo passaggio che ci avvicina a Dio.
“Restituire le sue parole, i suoi pensieri e le sue lettere con originalità assoluta è stata per me la cosa più importante da fare nel curare la drammaturgia del testo”, dice Luca Cairati che dello spettacolo non è solo il bravo autore ma anche il regista. E le parole di Madre Teresa hanno un peso poetico che squarcia il silenzio del gremito quadriportico della Basilica di S. Maria Nuova.
Rossella Rapisarda che nello spettacolo interpreta Madre Teresa ne è cosciente e dosa con grande maestria teatrale le pause, i toni e lascia fluire le sue emozioni con un’intensità straordinaria. Si cominciano a vivere i primi anni della giovinezza di Madre Teresa, un’infanzia segnata dalla perdita del padre, al quale era profondamente legata, un uomo che viveva per gli altri e che aveva insegnato alla piccola Teresa i valori che l’avrebbero accompagnata per tutta l’esistenza. Le altre due bravissime attrici della compagnia Sandra Zoccolan e Aprhodite De Lorraine hanno interpretato diversi ruoli e accompagnato come un coro moderno tutto lo sviluppo scenico dello spettacolo, passando da meccanismi di narrazione, al cantato e al recitato con una grazia e una lievità che è una delle chiavi di regia di questo toccante spettacolo teatrale.
Gli anni della piccola Anjenze (il vero nome di Madre Teresa) scorrono in fretta e sin da piccola abbandona la sua vocazione teatrale e musicale, infatti anche lei proprio come Giovanni Paolo II era legata alle arti, per una vocazione ancora più intensa che le faceva vibrare l’anima: consacrare se stessa a Dio.
Così dopo essere entrata nelle sorelle di Loreto, decide di proseguire la sua opera in India e sperimentare concretamente la sua vocazione, quella di aiutare i più poveri dei poveri, arrivando addirittura ad abbandonare l’ordine per creare una nuova congregazione: le Missionarie della carità. E’ sempre emozionante respirare la forza del teatro e vedere come dei semplici bancali bianchi con l’ausilio di stoffe, luci e suoni sappiano trasformarsi in diversi luoghi, dall’Albania all’India e a farti immergere nell’atmosfere delle bidonville indiane, in cui la lebbra ogni giorno strappa molte vite umane.
La difficile quotidianità della nuova vita in India prende il sopravvento sulla scena, mostrando a pieno le fatiche estenuanti e l’incrollabile dedizione di Madre Teresa e le sue sorelle verso tutti i bisognosi.
E’ molto significativo il contrasto che emerge quando arrivano i giusti riconoscimenti per l’opera missionaria della congregazione e i tormenti interiori di Madre Teresa.
La possibilità di aprire la tanto desiderata Città della Pace, per accogliere e curare i lebbrosi, vera piaga dell’India e il premio Nobel per la Pace conferito a Madre Teresa nel 1979, si intervallano agli scritti più intimi della beata con un’intensità travolgente.
“ Leggere le sue lettere è stata un’esperienza affascinante” dice il regista Luca Cairati “è stato come respirare la sua profondissima fede, insieme al suo grande amore, che fino agli ultimi giorni nonostante i dubbi la tormentassero, non ha mai accennato ad affievolirsi. Per me questo è il vero segreto di Madre Teresa: aver consacrato la propria vita con intensità all’amore verso gli altri, a tal punto da diventare un esempio illuminante”
Il pubblico resta colpito e commosso fino alla fine quando dall’ombra emerge la piccola figura di Madre Teresa che dice “Se mai sarà una santa sarò la santa dell’oscurità, sarò continuamente assente dal paradiso, per accendere la luce a coloro che sulla terra vivono nell’oscurità” Dopo un silenzio toccante, grandi applausi scroscianti hanno concluso questa splendida serata di Teatro.