Corrado Tedeschi in
L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE
L’amore secondo Truffaut
di Luca Cairati, Cristiano Roccamo, Corrado Tedeschi
diretto da Luca Cairati e Cristiano Roccamo
con Aphrodite de Lorraine e al piano Sara Castiglia
“ Perchè la vita è fatta in modo tale che non si può fare a meno di amare e di essere amati”.
Francois Truffaut 8 marzo 1976
Secondo Truffaut, regista, sceneggiatore nonchè grande protagonista della nouvelle vague francese l’amore è l’elemento salvifico che ci permette di accettare la vita e di conseguenza anche la morte, perché si trova in mezzo a queste due contrapposte forze ed è una pulsione alla quale non ci si può sottrarre. Uno dei soggetti unificanti dell’intera filmografia truffautiana è proprio l’amore, sviscerato e approfondito a diversi livelli, spesso mescolando il piano narrativo con quello autobiografico così come accade nel film “L’homme qui aimait les femmes” – “L’uomo che amava le donne”.
Uno straordinario Corrado Tedeschi farà rivivere con passione ed ironia la sceneggiatura del capolavoro di Truffaut vestendo i panni del protagonista Bertrande Morane, un ingegnere esperto di meccanica che dedica la sua vita all’amore infinito che prova verso le donne, un modo per riscattare l’affetto che sua madre non era mai stata capace di offrigli.
Bertrande e Tedeschi non appartengono alla categoria dei Don Giovanni ne a quella dei Casanova, non respirano il piacere della conquista fine a se stessa o la seduzione finalizzata al solo raggiungimento del piacere carnale, in loro si respira il desiderio di amare l’amore in ogni sua forma, con la leggerezza e l’ingenuità di un bambino.
Il racconto accompagnato dal vivo dalle calde note di un pianoforte e da indimenticantibili canzoni cantate dal vivo, scorre come un sogno ad occhi aperti in cui il vero protagonista si rivela essere l’universo femminile, in tutte le sue indecifrabili sfumature.
Lo spettacolo è un omaggio straordinario alla sensibilità del genio di Truffaut arricchito da spunti narrativi e trovate sceniche che sorprenderanno continuamente lo spettatore, grazie alla poliedrica capacità scenica di Tedeschi, un attore dal multiforme ingegno capace di passare con lievità e grazia dai registri comici, a quelli drammatici.
L’uomo che amava le donne – comincia e finisce con un funerale molto intimo, quello del protagonista stesso che rivivrà tutta la sua esistenza e tutte le sue avventure.
Una lucida testimonianza sulla differenza che si prova fra l’amore e l’amare l’idea dell’amore, in cui ogni essere umano sperimenta e trova il proprio modo di essere e di esprimersi, senza giudizio e senza alcuna certezza, ma con una sola verità : “…senza amore non si è niente!” come afferma lo stesso Truffaut.
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